Greenpeace: TTIP leaks, confermati i rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori

Greenpeace: TTIP leaks, confermati i rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori
Greenpeace: TTIP leaks, confermati i rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori

Greenpeace Olanda ha pubblicato sul sito www.ttip-leaks.org parte dei testi negoziali del discusso TTIP (trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico ), sottolinea una nota dell’associazione, interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA.

I documenti pubblicati da Greenpeace Olanda constano di 248 pagine in un linguaggio legale tecnicamente complesso: 13 capitoli di “testo consolidato” del TTIP più una nota interna dell’UE sullo stato del negoziato (Tactical State of Play of TTIP Negotiations – March 2016). Greenpeace Olanda ha lavorato assieme al rinomato network di ricerca tedesco di NDR, WDR and Süddeutscher Zeitung.

“È ora di far luce sul TTIP. Con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica. Questi documenti svelano che la società civile aveva ragione a essere preoccupata. Fermiamo i negoziati e cominciamo a discuterne pubblicamente” ha dichiarato Federica Ferrario, di Greenpeace Italia. “Sapevamo che la posizione dell’UE non era bella, ora possiamo vedere che la posizione degli Stati Uniti è addirittura peggio. Un compromesso tra i due sarebbe inaccettabile.”.
Greenpeace mette in luce in particolare quattro aspetti, che giudica preoccupanti.
Tutele ambientali – Per Greenpeace nessuno dei capitolivisionati fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola, per greenpeace, suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.
Protezione del clima – Nei testi ottenuti non si farebbe alcun riferimento alla protezione del clima.
Fine del principio di precauzione – Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolamentare”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. D’altra parte, sottolineano da Greenpeace, la richiesta USA per un approccio “basato sui rischi” che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli. Questo approccio mina le capacità del legislatore di definire misure preventive, per esempio rispetto a sostanze controverse come le sostanze chimiche note quali interferenti endocrine (c.d. hormone disruptors).
Ingerenza dell’industria e delle multinazionali – “Mentre le proposte contenute nei documenti pubblicati minacciano la protezione dell’ambiente e dei consumatori, il grande business ha quello che vuole. Le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi.”

Se la società civile, proseue la nota, ha avuto ben poco accesso ai negoziati, i documenti mostrano che l’industria ha avuto una voce privilegiata su decisioni importanti. I documenti pubblicati mostrano che l’UE non è stata trasparente rispetto a quanto grande sia stata l’influenza dell’industria. Il rapporto pubblico reso noto di recente dall’UE ha solo un piccolo riferimento al contributo delle imprese, mentre i documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime.
“Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti” – continua Ferrario. “Si confermano le forti obiezioni della società civile e di milioni di persone che in tutto il mondo hanno protestato contro il TTIP, che non è altro che un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business. Chiediamo a tutti i rappresentanti eletti, alla società civile, ai cittadini di leggere questi documenti e di impegnarsi in un dibattito approfondito”.
Per fermare il TTIP, Greenpeace, insieme alla coalizione italiana #StopTTIP invita a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma.

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