L’Istat ha reso noti i risultati dell’Annuario statistico 2015, che analizza anche lo stato di ambiente ed energia.
La gran parte delle emissioni inquinanti sono prodotte dalle attività produttive che, nel 2012, hanno generato, rispetto alle attività delle famiglie, il 78,0 per cento delle emissioni inquinanti ad effetto serra, il 91,4 per cento delle emissioni che danno origine al fenomeno dell’acidificazione e il 65,5 per cento delle emissioni responsabili della formazione di ozono troposferico.
Le intensità di emissione delle attività produttive rispetto al valore aggiunto collocano comunque l’Italia in linea con i paesi più virtuosi per tutti i temi ambientali considerati.
I prelievi d’acqua per uso potabile risultano, dal 1999, in crescita, con un aumento nel 2012 rispetto al 2008 del 3,8 per cento. Il problema dell’irregolarità nell’erogazione dell’acqua è particolarmente sentito in Calabria, Sicilia e Sardegna dove è segnalato rispettivamente dal 37,7, 24,1 e 21,1 per cento delle famiglie.
Nel 2014, rispetto all’anno precedente, sono in aumento gli incendi forestali, che si mantengono comunque al di sotto rispetto al periodo 2009-2012.
La crisi mantiene i suoi effetti negativi sul mercato energetico nazionale, determinando una nuova contrazione dei consumi, sebbene inferiore a quella riscontrata lo scorso anno; in leggero calo anche la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero.
Le famiglie italiane hanno speso, nel 2013, oltre 42 miliardi di euro per consumi energetici, con una spesa media familiare pari a 1.635 euro; circa 21 famiglie su 100 fanno uso di legna per scopi energetici, con un consumo medio annuo di 3,2 tonnellate.
Sempre più energie rinnovabili. Negli ultimi cinque anni si è infatti ridotto in misura consistente l’apporto delle fonti tradizionali alla
produzione di energia elettrica, da 76,6% del 2010 a 63,0% del 2014. Al contempo è cresciuto il contributo delle fonti rinnovabili, nel 2014 si attestano al 43,1% della produzione lorda totale. Il fotovoltaico si conferma risorsa trainante per la crescita delle rinnovabili in Italia.
Ancora in crescita la raccolta differenziata, restano le differenze lungo la Penisola. Nel 2014 la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,7 milioni di tonnellate (488 chilogrammi per abitante), lo 0,3% in più dell’anno precedente, con una modesta inversione di tendenza rispetto al periodo 2010-2013. La raccolta differenziata raggiunge il 45,2%, dal 40% del 2012; a livello territoriale i valori più alti si registrano in Trentino-Alto Adige (67,0%) e in Veneto (67,6%); quelli più bassi in Sicilia (12,5%) e Calabria (18,6%). Nel Settentrione, ad eccezione di Valle d’Aosta e Liguria, tutte le regioni differenziano più della metà dei propri rifiuti.
Si conferma in calo la produzione di rifiuti speciali, che nel 2013 ammonta a 131,6 milioni di tonnellate, di cui il 6,6% costituito da rifiuti speciali pericolosi (fra questi, i veicoli fuori uso sono il 13,5%). Il 61,1% dei rifiuti speciali è prodotto nelle regioni del Nord, il 21,7% nelle regioni del Mezzogiorno e il restante 17,2% in quelle del Centro.
Fra le preoccupazioni delle famiglie sempre al top traffico parcheggio e inquinamento Nel 2015 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (38,4%), la difficoltà di parcheggio (37,3%), l’inquinamento dell’aria (36,7%), la sporcizia nelle strade (31,6%), il rumore (31,2%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (30,5%) e la qualità dell’acqua di rubinetto (30,0%). In ultima posizione si colloca l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema solo per il 9,2% delle famiglie ma è particolarmente sentito in Calabria, Sicilia e Sardegna dove è segnalato rispettivamente dal 37,7, 24,1 e 21,1% delle
famiglie. Nelle Isole si registra anche la percentuale più alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualità dell’acqua di rubinetto (52,2%).
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